pappagallo, Clinica Veterinaria Modena Sud

La dieta del pappagallo

In cattività è fondamentale fornire al pappagallo una dieta sana ed equilibrata per evitare errori nutrizionali che sono spesso alla base delle patologie riscontrate dal veterinario.

Il pappagallo è un animale onnivoro che si ciba in natura di frutta, verdure, bacche, semi, ma anche alimenti proteici come insetti.

Una dieta basata solo sui semi non è bilanciata poiché questi contengono troppi grassi, poche proteine e pochi minerali.

Esistono in commercio degli estrusi assolutamente bilanciati in termini di esigenze nutrizionali del pappagallo. Questi estrusi sono un analogo dei croccantini per cane e gatto, studiati appositamente per soddisfare i fabbisogni nutrizionali dei nostri animali.

L’unico svantaggio di questo tipo di alimento è il fatto che stimola poco l’attività mentale del pappagallo che è invece un animale molto intelligente e che tende ad annoiarsi in fretta di diete poco varie.

Il consiglio è quello di proporre diversi alimenti in modo da variare la dieta il più possibile e da arricchire l’attività stessa del nostro amico pennuto.

Ai semi e agli estrusi è bene aggiungere alimenti quali:

  • Frutta: melone, papaia, mandarino, banana, arancia, ananas, pera, melograno, mango, kiwi, frutti di bosco, fragola, albicocche, prugne, fichi, ciliegia.
  • Verdura: carota, zucca, zucchina, radicchio, sedano, indivia, cicoria, tarassaco, insalata.
  • Fonti di carboidrati: in misura minore rispetto a frutta e verdura è possibile offrire al pappagallo riso e pasta cotta sconditi, fiocchi di cereali non zuccherati, patate lesse.
  • Legumi: ogni tanto si possono offrire legumi cotti.
  • Fonti di grassi: semi oleosi e frutta secca con moderazione.

Alcuni alimenti sono assolutamente da evitare e tra questi ricordiamo: cibo condito con grassi, cibi fritti, alimenti e bevande contenenti caffeina, alcolici, avocado, sale, latte, semi della frutta, ossa, cioccolata e dolci in generale.

Nella mia pratica quotidiana mi capita frequentemente di sentirmi dire:

 “Il pappagallo che ho avuto prima ha sempre mangiato semi di girasole, è vissuto 30 anni ed è sempre stato benissimo”.

Trent’anni per un animale domestico potranno sembrare tantissimi, ma se consideriamo che un pappagallo può vivere fino ad ottant’anni, trent’anni non sono nemmeno la metà. Vivere trent’anni con una dieta esclusivamente costituita da semi vuol dire indurre gravi danni al fegato, che è continuamente sottoposto a diete di difficile digestione. Anche la qualità della vita risente di una dieta di questo tipo.

Un occhio di riguardo va posto alla dieta dei Lori che a differenza di tutti gli altri pappagalli si nutrono in natura esclusivamente di frutta fresca, polline e nettare che raccolgono con le loro papille linguali molto sviluppate. I semi per questa specie possono provocare problemi di digeribilità e possono rimanere bloccati a livello del gozzo. Una corretta dieta prevede per tanto molta frutta fresca e verdure fresche, cereali cotti, germogli e mangimi specifici, come estrusi e nettare.

Piumaggio scadente, prurito ed alterazioni del colore normale delle penne sono solo alcuni dei segni dovuti ad una dieta scorretta. Esami diagnostici specifici effettuati dal veterinario sono in grado di evidenziare problematiche organiche riconducibili a difetti alimentari.

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